Giacomo, è vero, con le matite si ottengono dei risultati diversi, in certi casi più interessanti, questo perchè le chine, con il rigore del bianco e nero, non ti permettono di mettere in campo troppe variazioni di tonalità... il che in effetti è proprio quello che rende interessante l'uso del bianco e nero.
Classe 1982, dopo la maturità scientifica frequenta per due anni la Scuola del Fumetto di Milano ed un corso di grafica pubblicitaria all’istituto di arti grafiche Rizzoli.
Nel 2005 esordisce sul n.1 della rivista “Strike” e si aggiunge allo staff della nuova serie di “Jonathan Steele” (di Federico Memola) per la Star Comics.
Assieme a Giovanni Gualdoni, crea la miniserie “Dr. Voodoo” per la Free Books.
Il 2008 segna l’ingresso nella scuderia Bonelli. Entra a far parte dello staff di “Cassidy”, la miniserie creata da Pasquale Ruju di cui disegna il n.6 e 11.
In seguito è la volta della prima miniserie Bonelli interamente a colori: “Orfani”, di Roberto Recchioni e Emiliano Mammucari, per la quale disegna il n.3, e metà dei numeri 4, 9 e 11.
Agli inizi del 2014 gli viene dato l’incarico di copertinista per la serie quadrimestrale “Dylan Dog-Old Boy”.
Attualmente alterna ll suo lavoro tra Orfani e Dylan Dog.
4 commenti:
Bello!
Saluti
Paolo
Io le matite le ho sempre preferite alla versione a china... sono più reali, più vere come immagini.
Grazie Paolo!
Giacomo, è vero, con le matite si ottengono dei risultati diversi, in certi casi più interessanti, questo perchè le chine, con il rigore del bianco e nero, non ti permettono di mettere in campo troppe variazioni di tonalità... il che in effetti è proprio quello che rende interessante l'uso del bianco e nero.
Molto belle queste matite. La matita è uno strumento molto sofisticato.
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